Egregio Consigliere, Come noto, la legge 109/96 e s.m.i. prevede, tra l’altro, il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. Una legge partita dal basso, con la raccolta di oltre 1 milione di firme e che ha segnato un salto di qualità nell'affermazione di un’antimafia sociale capace di approfondire le esigenze culturali e i bisogni materiali di interi territori calpestati e sfruttati dalla criminalità organizzata.
Anche il Parlamento Europeo, nel 2014, ha approvato la direttiva che prevede la confisca dei beni provenienti da reati facendo proprio il modello italiano, uno dei più avanzati in Europa.
Un passaggio sicuramente importante, mutuato dalla legislazione italiana, e quello dell'utilizzo sociale dei beni o per la lotta alla criminalità: il testo approvato afferma che gli Stati membri dovrebbero adottare misure che consentano l'uso dei beni confiscati per interesse pubblico e ne incoraggino il riutilizzo sociale.
La Regione Campania, oltre a riconoscere la valenza dei beni confiscati alle mafie e per i terreni agricoli la necessità di metterli a coltura per aumentare l’occupazione, ha addirittura previsto, nella propria legge Regionale n. 7 del 16 aprile 2012 - Nuovi interventi per la valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata- all'articolo 7 comma 2 un sistema di priorità e premialita peri terreni e beni condotti da cooperative che presentano progetti con il Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR), Fondo Sociale Europeo (FES) e Fondo Regionale di Sviluppo Europeo (FESR).
Dopo una prima timida esperienza maturata nella precedente programmazione 2007/2013 dove per una serie di motivi, legati soprattutto al ritardo dell'approvazione della legge regionale rispetto all'implementazione del PSR, sono risultati inapplicati gli indirizzi dettati dalla citata norma regionale, numerose speranze e affidamenti erano stati riposti in questa programmazione 2014/2020 per rilanciare l'utilizzo di numerosi terreni agricoli sottratti alla camorra, metterli a coltura e soprattutto aumentare l’occupazione giovanile nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale, della salubrità dei prodotti e della salute del consumatore.
Inspiegabilmente invece e, contrariamente ai passi in avanti fatti con la precedente Amministrazione Regionale, l'attuale PSR non prevede, soprattutto nelle misure strutturali di investimento, tipo la 4.1.1 ed in altre misure analoghe, né la partecipazione al bando da parte di cooperative agricole che conducono terreni confiscati alle mafie, né alcuna priorità o premialità come indicato nella stessa Legge Regionale n. 7. Le uniche misure, al momento dove è prevista la partecipazione di tale forma di beni, risultano essere la 3.1, 3.2, 6.4.1, segno che non c'è stata una strategia di fondo o quantomeno lasciata alla sensibilità più o meno spinta di funzionari e dirigenti.
Si deve rappresentare che i terreni confiscati appartengono al patrimonio indisponibile dei comuni e come tali non possono essere in alcun modo né alienati né affittati. Lo strumento di affidamento dei terreni da parte delle Amministrazioni sembra essere quindi o il comodato d'uso gratuito per un certo numero di anni, o l’affidamento in concessione, forme non contemplate nel bando della Misura 4.1.1.
Santini Iodco dedurre che le imprese agricole die (ordinano anni confixoti alle mafie l‘anno discriminate dal’amialecidod maturazione zowzozounvinù d sceltenon maembili. Cosa tra Hm bandita e contrada sia a|e leggi nazionali cheadi indiini europei, sommato in una lleg'oneoonaltohdioediahimifled bevieonfuaiimiaandieinspredoalla stessa Leggellegiondeche si decida essere stata appmn all'onanim'n dal Consigio Regionale.
Al riguardo si chiede di intervenire urgentemente per evitare che questo ciclo di programmazione resti precluso alle coop sociali agricole che con fatica, ma anche con grande passione e coraggio utilizzano terreni confiscati alle mafie.
Un primo correttivo potrebbe essere di aggiungere nel bando della misura 4.1.1. a pagina 3 del bando, punto 7 -Condizioni di ammissibilità dopo le parole "esclusione del comodato" la dizione ad eccezione dei beni condotti conformemente alla legge 109/96 e uni.) Questo sarebbe immediatamente la ptima anomalia di mancata partecipazione al bando della misura 4.1.1. Analoga direzione si chiede di aggiungere nei bandi che seguiranno, oviamente per quelle misure che riguardano la normazione di cooperative socili agricole.
Per la seconda anomalia, e cioè la premialità e priorità prevista dalla legge, si chiede di inserire, allo stesso modo, nei criteri di selezione delle misure interessate, da portare al prossimo comitato di sorve-glianza, analogamente per quanto già avvenuto ed approvato per le citate schede di misura 3 e per la sottomisura 6.4.1 la dizione beni confiscati alle mafie ai sensi della legge 109/96 e .s.m.i assegnando un significativo punteggio di premialità. Si deve rappresentare, infine, che la proposta è stata avanzata anche durante il tavolo di partenariato e durante la fase di ascolto degli stakeholder, cosa rimasta inascoltata anche perché non risulta in tal senso alcuna proposta fatta dall'Ufficio al Comitato di sorveglianza del dicembre 2015.
Si resta inattesa di un urgente riscontro al riguardo attraverso la modifica immediata dei bandi già pub-blicati e di quelli in via di pubblicazione. Il Comitato don Peppe Diana resta fiducioso sulle iniziative che si prenderanno al riguardo preannun-ciando, in caso contrario, qualsiasi iniziativa per tutelare i diritti maturati con una legge nazionale, una regionale e con anni di lotta e conquiste.
Casal di Principe 27 settembre 2016 Per il Comitato don Peppe Diana Il Coordinatore f.to Valerio Taglione